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Le Tradizioni

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Un articolo di Valter Giuliano sui poeti a braccio della zona amatriciana:

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Nel solco della Tradizione

Le alte valli del Velino e del Tronto vantano ricche tradizioni musicologiche, coreutiche e di canto a braccio. Tali tradizioni affondano le radici nelle attività che hanno da sempre caratterizzato la vita della zona: pastorizia, agricoltura e taglio del legname. Con il progressivo spopolamento che ha interessato il territorio negli ultimi decenni, si è assistito ad un affievolirsi di dette tradizioni, anche se negli ultimi anni se ne è registrata una tiepida ripresa.

Gli strumenti musicali tradizionali sono fondamentalmente tre: le ciaramelle, il tamburello e l'organetto a due bassi (du' botte). In origine si utilizzavano solo i primi due, costruiti in proprio con l'utilizzo di parti in legno e pellame di animali, quasi sempre ovini. Le ciaramelle hanno un origine antichissima, sicuramente erano in uso presso i latini (sembra che Nerone si cimentasse nel suonarle), subendo nel tempo varie evoluzioni. Un particolare tipo di ciaramella è proprio quella di Amatrice, che si differenzia dalle altre per delle modifiche apportate sui fori delle canne e dei bordoni. Il bordone più piccolo viene tolto, il più grande otturato, così che il suono fuoriesce dalle due canne. Per questi motivi è anche detta zoppa. Di origine ugualmente antica è il tamburello, che si caratterizza per la sua semplicità di costruzione (meno semplice di quanto sembri ne è invece l'utilizzo). E' costituito da un cerchio ligneo, su un verso del quale è fissata, ben tesa, una pelle, mentre intorno allo stesso cerchio sono ricavate delle finestre in cui sono inseriti dei pezzi di lamiera che durante la percussione contribuiscono all'emissione dei suoni. Il suo uso è esclusivamente in accompagnamento alle ciaramelle o all'organetto.

Di origine e diffusione più recente è l'organetto, che deve la sua fortuna alla presenza nei limitrofi territori Abruzzese e Marchigiano di numerose fabbriche artigianali di fisarmoniche.

I brani più soventemente eseguiti con detti strumenti sono la polka, il valzer, ed il saltarello - sardarella. Una citazione a parte merita il ballo del canto, eseguito sia con organetto che con ciaramella, a sostegno dei canti, nei quali due o più persone si sfidano oralmente con brani eseguiti a braccio. Rare sono ormai, purtroppo le occasioni in cui si possa assistere ad esibizioni di tal fatta. Le ciaramelle sono talvolta usate anche in accompagnamento nelle esibizioni dei poeti a braccio, in cui si declamano poesie su temi dettati al momento. Hanno anche (si può dire ormai avevano anche) un altro importante uso, durante i matrimoni, con l'esecuzione di tre brani:

la piagnereccia, che accoglieva la sposa nel momento in cui lasciava la casa paterna; si tratta di una nenia che in qualche modo ricorda il pianto, a rappresentare la tristezza dei genitori che assistono all'abbandono da parte della figlia; la camminareccia, accompagnava la sposa nel tragitto dalla propria abitazione alla chiesa; è un movimento più ritmato che prelude alla crellareccia, brano con andamento più allegro che accoglieva gli sposi all'uscita dalla chiesa.

Oggi esistono delle scuole in cui si può riprendere l'uso di strumenti che altrimenti finirebbero abbandonati. Ce ne sono attive varie, tra cui citiamo il circolo Gianni Bosio www.circologiannibosio.it , in cui si può imparare anche l'uso delle ciaramelle di Amatrice.

Per quanto riguarda i balli, il più caratteristico è costituito certamente dal saltarello (sardarella), eseguito nelle aie e nelle piazze durante i rari momenti di svago che il duro lavoro nei boschi e nei campi concedeva. Anche il saltarello sembra derivare da un ballo latino (saltatio). Si tratta di un ballo in cui i ballerini, di norma in coppia, danno vita liberamente alle figure, con l'esecuzione di passi ritmati che si susseguono velocemente, in una sorta di gara di resistenza ed abilità, fino a quando entrambi i ballerini o solo uno dei due, non vengono sostituiti da nuovi attori.

Fino a qualche tempo indietro, in occasione delle feste paesane estive, erano frequenti gare di saltarello che oggi cominciano ad essere sempre più rare.

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