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IL TERRITORIO

Roccasalli si trova nel comune di Accumoli, su un territorio completamente montuoso costituito dall'estremo lembo della regione Lazio che si incunea tra Umbria, Marche ed Abruzzo e su cui insistono tre comuni: Accumoli, Amatrice e Cittareale. Fino all' istituzione della provincia di Rieti la zona faceva parte dell'Abruzzo Ulteriore, sotto la provincia dell'Aquila. In tale territorio trovano origine alcuni importanti corsi d'acqua dell'Alto Lazio, come i fiumi Velino, Tronto, Neja, Castellano ed il Rio Scandarello che, sbarrato da una diga, dà luogo all'omonimo lago. Vi svettano i monti della Laga, con l'omonimo parco e le cime più alte del Lazio, come il monte Pizzo di Sevo ed il monte Gorzano. Ancora di rilievo il monte Pozzoni, il monte Utero e la zona dei Pantani, con i caratteristici laghetti che, in particolari periodi, possono colorarsi di rosso per la presenza dell'alga "Euglena sanguinea".

ROCCASALLI

Lon 13,195 Lat 42,656 alla chiesa

STEMMA: scudo con all'interno un rapace in volo e varie stelle

Roccasalli di Accumoli è un centro abitato situato alle pendici del monte Pozzoni (1912 m.) a 1086 mt s.l.m., all’altezza del Km 7+300 della strada provinciale n. 18 Torrita-Accumoli,tra Forcelle e Colleposta nella provincia di Rieti. Secondo la tradizione, deve il suo nome ad una antica famiglia, quella dei Salli, che ha costituito il primo nucleo abitativo del paese. Sulla cima del Monte Rotolone, residuano i resti dell'Antica Rocca dei Salli: Rocha Sallis era infatti una delle quattro rocche delle terre sommatine, insieme a Rocha Sancti Laurentii et Flaviani, Rocha Sanctae Mariae e Rocha Sancti Pauli.
Partecipò, nel 1211, alla fondazione di Accumoli, cui si ribellò ripetutamente. Nel 1938, grazie all'interessamento dell'on. Franco Angelini di Colleposta, presidente della Confederazione degli Agricoltori, fu costruita la strada Torrita-Accumoli, inaugurata, con la presenza del Vescovo Squintani di Ascoli Piceno, proprio a Roccasalliil 6 dicembre 1938. E' stata sede della parrocchia di San Giovenale, già vescovo di Narni, con giurisdizione anche su Colleposta, inglobata poi nella parrocchia di Terracino. Nella casa canonica hanno abitato i parroci Don Luigi Salvi, Don Giuseppe Piccioni, Don Umberto Nanni, Don Gesualdo Saienni, Don Mattia Ferraresi. Ha dato i natali a Don Marcello Cervelli che ne è stato parroco e protagonista di un episodio di cronaca, quando insieme a don Pietro Casini, parroco di Poggio Casoli e don Sante De Santis, parroco di Collespada, fu arrestato dalla Guardia Nazionale di Accumoli con l'accusa di: "Fatti e discorsi tendenti ad eccitare la popolazione contro l'attuale Governo e contro i cittadini che lo sostengono, nonché voci allarmanti contro lo stesso governo, avvenuto nel comune di Accumoli nell'ottobre del 1860”.
Patria dei Forti, dei Cervelli (c'era una località chiamata Cervilla sulla strada per Collespada), Giannotti, Antonucci, Trovarelli, Di Bartolomeo, Grossi, Natalucci. Per qualche tempo fu residenza del marchese Pesci che poi cedette il suo palazzo agli Antonucci. La festa di San Giovenale ricorre il 3 maggio, ma viene in realtà celebrata nella domenica più vicina a tale data. Altra importante festa religiosa è quella della Madonna del Rosario, celebrata nella prima domenica successiva al 15 agosto. Nel 2004 è stata istituita la sagra della pasta del vergaro, per ricordare la transumanza che ha interessato la zona per lunghi anni.
Dal punto di vista tettonico, si trova sulla dorsale appenninica tra i monti Sibillini ed i monti della Laga, in una zona ad alta attività sismica, tanto che gli eventi registrati nel 1632, 1639, 1703, 1730 ne hanno praticamente azzerato il patrimonio architettonico, riducendo quello che era un centro di una certa consistenza, all’odierna dimensione di villaggio. Fino al 1927, anno di costituzione della provincia di Rieti, ha fatto parte dell'Abruzzo ulteriore, sotto la provincia di L'Aquila, passando poi nel Lazio. Negli ultimi decenni ha subito la sorte di numerosi altri centri dell’Italia centro-meridionale, con una massiccia emigrazione degli abitanti attratti principalmente da Roma.

MONTE POZZONI

Monte Pozzoni è una meta turistica per appassionati della natura e per gli amanti del verde incontaminato.
Sul sito"bellappennino" è presente una descrizione della montagna e delle vedute che se ne godono.
Tra la sua fauna era un tempo presente il lupo dell'Appennino, scomparso a causa di una caccia incontrollata, poi reintrodotto. Capita che le greggi, che ancora oggi d’estate, con la transumanza, tornano a popolare il monte, debbano subire le conseguenze di questa presenza pericolosa ancorché affascinante. Ecco cosa accadde nel 2002: (da Repubblica.it).

Molto caratterizzante era poi la presenza dell'aquila che nidificava sulle cime che lo circondano.

Al centro della foto, lo sperone su cui nidificava l'aquila

Si racconta che alcune decine di anni fa, uno degli operai impegnati nell'opera di rimboschimento, si sia calato sullo sperone legato ad una corda, sostenuto dai compagni di lavoro, per depredare il nido. Il frutto della razzìa fu poi utilizzato, secondo le usanze dell'epoca, per passare presso le abitazioni di tutti i paesi della zona per raccogliere offerte. Ricordiamo infatti che l'aquila, al pari della poiana, del falco, della volpe e del lupo, essendo animali predatori, era oggetto di caccia spietata. Di recente l'aquila è stata nuovamente avvistata. Dal monte Pozzoni, alla quota di 1.667 metri s.l.m., nasce il fiume Velino, ma solo gli appassionati di speleologia e gli abitanti dei paesi circostanti sanno che sotto la montagna si snodano cunicoli profondi centinaia di metri e con uno sviluppo di svariati chilometri. Il pozzo di ingresso (pozzo della Sibilla), profondo oltre 16 metri, si trova sul versante di Cittareale, in un anfratto della valle di S. Rufo e la sua esplorazione è iniziata negli anni ‘60. Dopo un lungo periodo in cui non si registrarono altre esplorazioni, nei primi anni '80, il Gruppo Speleologico “Pipistrelli” CAI di Terni, riprese i tentativi di ingresso, imbattendosi in enormi difficoltà nel procedere. Comunque, alla fine, la tenacia dei “Pipistrelli” fu premiata, essendo riusciti a penetrare profondamente all'interno delle viscere della montagna, imbattendosi in cascatelle, alte decine di metri, e in ruscelli che si perdono in strettoie impraticabili. Le grotte sembrano volere riservare ancora sorprese relativamente al loro sviluppo. La scheda del CENS (Centro Escursionistico Naturalistico Speleologico di Costacciaro), le classifica nel seguente modo:

CAVITA'
Sviluppo
Dislivello
Caratteristiche
GROTTE DI CITTAREALE - Monte Pozzoni > 4.000 m. 475 m. Difficile

Al momento si tratta di grotte fruibili solo da un turismo specializzato, ma si può sperare che in futuro si riesca a renderle disponibili anche ai profani.

MAGGIORI INFORMAZIONI: sul sito del CENS, sul sito Altavalledelvelino, oppure sul sito di Cittareale.

ACCUMOLI

STEMMA: scudo con, in campo azzurro, un rastrello rosso sormontato da una corona reale d'argento, il tutto sopre i tre gigli d'oro di Francia, il giglio rosso fiorentino e 5 cime verdi

 

E' il capoluogo di un comune con 17 frazioni: Cassino, Cesaventre, Colleposta, Collespada, Fonte del Campo, Grisciano, Illica, Libertino, Macchia, Le Mole, Poggio Casoli, Poggio d'Api, Roccasalli, San Giovanni, Terracino, Tino, Villanova, situato a 869 mt s.l.m., a 68 km dal capoluogo della provincia (Rieti) e a 40 km da Ascoli Piceno. L'attuale centro abitato viene fatto risalire al 1211, fondato, con il benestare dell'imperatore Ottone IV°, con la partecipazione dei vicini centri, tra cui Grisciano, Roccasalli, Terracino e Summata. Chiamata inizialmente Oppidum, quindi successivamente Acumulum, Acumulo, Acumuli ed infine Accumoli. Fortificata con la protezione di massicce mura con 4 porte che prendono il nome da vicine chiese e dall'esposizione: Porta San Pietro, verso ponente, Porta San Nicola o Porta Vecchia, verso levante, Porta San Lorenzo o Porta Pacino, verso tramontana, Porta Santa Maria o Porta Pescara, tra mezzogiorno e ponente. Del tutto restano tracce di un paio di porte e di pochi spezzoni di mura.

Particolarmente interessanti la torre civica del XII° secolo, il Palazzo del Podestà ed alcuni edifici del ‘400 e del ‘500. Di rilievo anche la chiesa di San Francesco del XIII° secolo e quella di Santa Maria Addolorata con struttura risalente al XIII° secolo. Fuori dal centro abitato c'è la chiesa della Madonna delle Coste, meta annuale di una festa con raduno di molti fedeli.

Fu patria di un importante personaggio come Agostino Cappello e terra di origine di Salvatore Tommasi, nato a Roccaraso da genitori provenienti da Accumoli.

La festa Patronale, per la Beata Vergine Addolorata, si tiene la terza domenica di settembre. L'11 novembre di ogni anno vi si tiene la fiera di San Martino con una affollata rassegna equina.

Il territorio comunale confina a nord con l'Umbria, ad est con le Marche, a sud est con l'Abruzzo, a sud con il comune di Amatrice, ad ovest con il comune di Cittareale.

CASSINO

STEMMA: scudo con al centro le lettere puntate V.G.

A 1092 mt s.l.m., immerso tra boschi di castagno, sulla strada pedonale che veniva seguita per raggiungere a piedi Accumoli dai paesi della parte più alta del comune. Vi si trova una chiesa del '400, completamente ricostruita nel 1529. All'interno una pregevole statua in terracotta della Madonna col Bambino, opera di Silvestro dell'Aquila, del XV° secolo e dei cori lignei lavorati dai Paolini. Al bivio della strada per Collespada, c'è un grosso Crocifisso che ha ispirato la poesia “Er Cristo de la montagna” di Federico Tosti. Paese i origine dei Paolini, emigrati in Argentina e a Roma. Terra dei Ferraresi (si ricorda Domenico, chiamato “il Maestro di Cassino”) e dei Cardarelli, probabilmente imparentati con Antonio Cardarelli nato a Civitanova, insigne clinico e senatore del Regno d'Italia cui è stato intitolato l'omonimo ospedale di Napoli.

CESAVENTRE

STEMMA: scudo con una graticola e, al di sopra, alcune stelle (San Lorenzo e le stelle cadenti)

A 1061 mt s.l.m., al termine della via comunale che si diparte dalla sp 18 all'altezza della località Cona, è posta in posizione riparata rispetto ai venti di tramontana, per cui gode di un clima piuttosto mite. Intorno al 1500 fu sede di un fortilizio, edificato da un Lombardo, successivamente vi dimorarono dei frati e fu sede di dogana. Vi sono alcuni interessanti edifici. Ha una chiesa, dedicata a San Lorenzo, con vela campanaria e due campane. All'interno una statua in terracotta della Madonna della Neve del 1500 e una Croce astile in lamina di rame del 1400. Il 5 agosto vi si celebra la festa della Madonna della Neve e di San Lorenzo. In località Fonte delle Prata, in precedenza chiamata degli ammalati, è apprezzata una sorgente di acqua diuretica particolarmente ricercata, purtroppo negli ultimi anni soggetta ad inaridimento causa le scarse piogge. Presso “la Cona” vi sono i resti della vecchia parrocchia di San Lorenzo. Patria delle famiglie Di Giammarino, Giannotti, Guardi, Palmieri, Salpini, Santi. Si ricorda Giovenale Cervelli, già sindaco di Accumoli ed autore di scritture e lavori lignei.

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COLLEPOSTA

STEMMA: scudo con le lettere C.P. sormontate da una croce

Posta a 1090 mt s.l.m. al km 8 della sp 18 Torrita-Accumoli, tra Roccasalli e Terracino, su un crinale per cui è così chiamata: in colle posita. La chiesa è dedicata alla Madonna delle Grazie e la festa è tenuta nella seconda domenica di agosto. All'interno della chiesa alcuni affreschi, mentre una immagine della Madonna delle Grazie è stata trafugata qualche anno fa. Faceva capo alla parrocchia di Roccasalli e vi si celebrava la Santa Messa nella terza domenica di ogni mese. Oggi parte della parrocchia di Terracino. Ha dato i natali alle famiglie Angelini, Baldassarri, Boschi, (Domenico Boschi si aggiudicò un concorso nazionale per “i baffi alla Vittorio Emanuele II), Cavalletti, Confaloni, D'Annunzio (ancora indimenticato Umberto, con le sue sagaci battute), De Angelis, Funari (con Andrea tra i primi possessori di un'automobile). Tra gli Angelini si ricordano Pippo Angelini, dirigente al teatro Reale dell'Opera di Roma, l'On. Franco Angelini, presidente della Confederazione Agricoltori durante il Ventennio e figlio del Commendatore Luigi Angelini, già sindaco di Accumoli. Nel 1938, grazie all'interessamento dell'on. Franco Angelini, fu costruita la strada Torrita-Accumoli. Il Commendatore Luigi Angelini fu proprietario dei Palazzi Angelini a Colleposta e Santa Giusta di Amatrice. In particolare il palazzo di Santa Giusta fu residenza estiva del principe Orsini di Amatrice, e sede del comando tedesco di Kesserling durante la guerra 1940-1945. I due palazzi passarono poi a Madre Angelini delle suore Dorotee, divenendo colonia estiva per le educande. Gli abitanti emigrati a Roma, si sono messi in evidenza per la loro attività nel campo della ristorazione.

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COLLESPADA

STEMMA: scudo con tre cime sormontate da tre spade

A 1042 mt s.l.m., lungo la strada che unisce la Cona a Domo, in posizione panoramica sulla vallata della Serra. Intorno al 1155, secondo il Catalogus baronum, insieme a Cervilla (Cervelli, circa a metà tra Roccasalli e Collespada), Colle Spada fu assegnata a Berardo Sinibaldo dei Camponeschi. Era chiamata in quell'epoca anche Collespadaro. Il sacerdote don Sante De Santis, parroco di Collespada, fu arrestato dalla Guardia Nazionale di Accumoli insieme a don Pietro Casini, parroco di Poggio Casoli e don Marcello Cervelli, parroco di Roccasalli, con l'accusa di: "Fatti e discorsi tendenti ad eccitare la popolazione contro l'attuale Governo e contro i cittadini che lo sostengono, nonché voci allarmanti contro lo stesso governo, avvenuto nel comune di Accumoli nell'ottobre del 1860”. A Collespada c'era la parrocchia di San Flaviano, festeggiato il 23 agosto, ora parte della parrocchia di Terracino. La chiesa risale al '600. Ha dato i natali alle famiglie Coletti, e Tosti. Si ricorda in particolare Federico Tosti, nota guida alpina e poeta di rilievo nazionale. Sua la poesia dedicata al grosso Crocifisso posto al bivio della strada da Cassino per Collespada, titolata “Er Cristo de la montagna”.

FONTE DEL CAMPO

STEMMA: scudo con un bue che si abbevera ad una fonte ed un'aquila bifronte che sormonta un rastrello

A 745 mt s.l.m., lungo la via Salaria, circa al km 143, sulla sponda destra del fiume Tronto. Si chiamava in precedenza Marano, mentre l'attuale nome deriva dall'accampamento che i Francesi vi sistemarono durante l'assedio ad Accumoli nel 1527. Nei pressi Vicus Badies, la zona di cui si parla fin dal tempo dei Romani a proposito della Via Salaria. Nella chiesa, dedicata a San Paolo Apostolo, poi a San Bartolomeo, una croce astile in lamine di rame sbalzato, aste abruzzesi del ‘400. Dall'11 febbraio 1903, vi si tiene la festa della Madonna di Lourdes, a seguito del dono di una statua ex voto da parte di alcuni emigrati in Argentina scampati da un disastro in miniera. Il 24 agosto c'è la festa di San Bartolomeo con grande partecipazione di gente. Patria dei Calcioli, De Santis, Di Felice, Massari, Muzi, Smargiassi, Vittori, Volpetti.

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GRISCIANO

STEMMA: scudo con all'interno una croce, tre stelle ed un rastrello

A 677 mt s.l.m., sulla via Salaria, in prossimità del confine con le Marche. Risale circa all'anno 1000. Ha subito varie calamità naturali con le inondazioni del Chiarino. Nel 1858 subì un grave disastro e il paese fu praticamente distrutto. Una parte degli abitanti si spostò verso Spelonga. Il centro abitato era unito alla via Salaria tramite un ponte di legno, mentre quello di cemento fu costruito nel 1930. La vecchia chiesa fu demolita nel 1923 e sulla stessa area fu realizzato il parco della rimembranza. La nuova chiesa è del 1930, con decori a tempera di Giuseppe Canali. All'interno una statua in terracotta della Madonna della Neve del XVI° secolo e un crocifisso ligneo del 1945. Vi sono due campane risalenti al 1616 e al 1694. La patrona del paese è Sant'Agata, con ricorrenza il 5 febbraio. Nel paese sostò San Benedetto Giuseppe Labre. Patria dei Fidanza, Micozzi, Rendina, De Santis, Di Giammarino, D'Ambrogio, Angelini, Rufini, Brandi, Cafini, Pala, Di Stefano. A Grisciano, in agosto, si tiene la sagra della pasta alla gricia che da lì sembra avere origine.

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ILLICA

STEMMA: scudo con tre cime con le lettere V.I. il tutto sormontato da un rastrello

A 870 mt s.l.m, alle pendici di Monte Pizzo di Sevo. Vi si tenevano varie ed affollate feste: la Candelora il 2 febbraio, la Madonna del Buon Cosiglio nella 4° domenica di maggio, San Luigi nella prima domenica di agosto e la festa di San Vincenzo Ferreri il 18 agosto. Sul fosso di Illica ci sono i ruderi di un vecchio mulino. La chiesa, intitolata a San Paolo Apostolo, risale all'anno 1000, anche se più volte ristrutturata. Con il progressivo spopolamento del paese, ha subito, come le chiese di altri paesi, vari furti. Di rilievo, all'interno, tre affreschi risalenti al 1493, tele del ‘600 e del ‘700, un tabernacolo ligneo e due angeli scolpiti nel legno. Nel paese c'è anche una cappella privata, ora dismessa, dedicata a San Francesco di Paola, di proprietà degli eredi Silvestro Calcioli. Patria dei Campagnoni, dei Cappellanti (si ricorda nel 1830 il vicario generale Raimondo Cappellanti), Carosi, Casini, De Petris, Ferretti, Giovannini, Mazzarella, Severo, Truentini, Tubili, Valenti, Valentini, Venzi.

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LE MOLE

STEMMA: non conosciuto

Posta a 756 mt s.l.m., sul torrente Pescara, ad 1 km da Accumoli, tra Accumoli e Libertino. Il nome denuncia l'origine del luogo come mulino della città di Accumoli. Le Mole, di proprietà del comune di Accumoli, intorno al 1587 fu ceduta a privati per far fronte alle richieste di pagamento del Re di Napoli. Terra di origine dei Carfagna, Pica, Ricci, Organtini (un Organtini si trasferì a Poggio D'Api per impiantare un mulino).

LIBERTINO

STEMMA: non conosciuto

A 750 mt s.l.m., sulla sponda sinistra del fiume Tronto. Posto di sosta per i viandanti che si spostavano lungo la via Salaria. Vi era la chiesetta di San Pancrazio risalente al ‘300 che apparteneva al monastero benedettino di Fonte Avellana al quale nel 1540 pagava, in segno di sudditanza, 1 lira. Il 12 maggio vi si teneva una festa, con risalita ad Accumoli a tarda sera alla luce delle torce. I ruderi della chiesetta furono definitivamente rimossi con la costruzione della variante Salaria nel 1938. Un'altra chiesa, anche essa demolita nel 1938, è quella della Madonna delle Grazie, detta del Ponte, in quanto in prossimità del ponte che collegava la via Salaria alla via per Accumoli. Il titolo di chiesa della Madonna delle Grazie passò quindi alla cappella privata dei Forletta, risalente al 1880 e già dedicata all'Assunta, così che la chiesa mantenne la doppia dedica. Il nome Libertino potrebbe derivare da un liberto liberato durante la costruzione della via Salaria al tempo dei Romani: l'ex schiavo si sarebbe stabilito nella zona. Altra ipotesi è che il nome derivi in qualche modo dalla natura del terreno, significando “Libertino” Terra Ubertosa o Prospera. Patria delle famiglie Forletta, Spinetoli, Vidoni, Pica, Carosi, Nanni, Lavia. In particolare si ricorda don Umberto Nanni, per anni parroco di parrocchie della zona, tra cui quella di Roccasalli.

MACCHIA

STEMMA: scudo con rappresentato un paese nel bosco e sovraimpresse le lettere P.M.

A 963 mt s.l.m., su un terreno assolato e tutto sommato pianeggiante, a poca distanza da Macchiola. Era sede di parrocchia, mentre il patrono è San Pietro Apostolo, festeggiato il 29 giugno. La chiesa ha una campana del 1500. Nelle vicinanze c'è un'edicola del 1578 dedicata alla Madonna. Famiglie di origine: Bruni, Carboni, Campanelli, Cherubini, Cocchioni, Graziani, Guerrini, Iobbi, Leonardi (Don Michele Leonardi si prodigò per mediare durante la rivolta delle frazioni del 1799 contro Accumoli), Muzi, Onorante (Romualdo ricoprì cariche presso il Vicariato di Roma), Santarelli, Santolini.

POGGIO CASOLI

STEMMA: scudo con al centro le lettere puntate P.C.

A 914 mt s.l.m. sul pendio dei Monti della Laga, a due km dalla via Salaria. Ha, come tutti i paesi della zona, una chiesa sistemata qualche anno addietro. Il suo nome deriva forse da Casulae, case di terra impastata con paglia e pietre, ma il paese è chiamato anche Poggio Bruciato perché in passato ha subito un incendio distruttivo. Nel 1527, durante l'assedio di Accumoli da parte di Orazio Baglione, il centro abitato venne distrutto dai Francesi. Il sacerdote don Pietro Casini, parroco di Poggio Casoli, fu arrestato dalla Guardia Nazionale di Accumoli insieme a don Sante De Santis, parroco di Collespada e don Marcello Cervelli, parroco di Roccasalli, con l'accusa di: "Fatti e discorsi tendenti ad eccitare la popolazione contro l'attuale Governo e contro i cittadini che lo sostengono, nonché voci allarmanti contro lo stesso governo, avvenuto nel comune di Accumoli nell'ottobre del 1860”. I patroni sono i SS Lucia e Giovanni Battista.

POGGIO D'API

STEMMA: scudo con le lettere P.D. sormontate da un quadrato, simbolo di un alveare

A 1086 mt s.l.m., il suo nome denuncia una antica attività di apicoltura. Parrocchia di Santa Maria del Piano e di San Rocco, festeggiato il 16 agosto. La vecchia chiesa del 1526, fu sostituta nel 1948 da una nuova, mentre nelle vicinanze si notano i ruderi di un'altra chiesa, quella di San Giovanni in Laterano. In casa di privati si conservano una campana del 1190 di circa 130 kg , una croce astile del XV° secolo e un calice del 1545. Nei pressi del paese c'è la rinomata sorgente di Fonte Cannello, con un'apprezzata acqua diuretica, di cui si parla ricorrentemente in termini di sfruttamento industriale. Patria delle famiglie Casini (ricordiamo Mons. Ernesto Casini), Lalli, Micozzi, Pica, Organtini, questi ultimi venuti da Le Mole per impiantare un mulino.

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SAN GIOVANNI

STEMMA: scudo con un gallo sopra un castello

A 1012 mt s.l.m., lungo la provinciale 18 Torrita-Accumoli, tra Terracino e Villanova, sul pendio del Monte Ciambella (mt 1680), il paese fu costruito dopo che intorno al 1200, una frana disastrosa ebbe distrutto la più antica Fiorenzuola, i cui ruderi sono ancora visibili lungo la valle del torrente Pescara. Le due campane della chiesa di Fiorenzuola, furono assegnate una a Villanova, l'altra a San Giovanni. In località Vannio c'era un mulino. Il patrono è Sant'Atanasio, festeggiato il 2 maggio, mentre il 3 febbraio viene venerato San Biagio. La chiesa, costruita intorno al 1500, presenta un tabernacolo dorato e un crocifisso, entrambi lignei e risalenti al 1700. Fu anticamente abitata da monaci, mentre il cimitero è condiviso con Villanova. Patria delle famiglie Adduci, Bucci, Conti, Possidoni. Si racconta di Domenico Adduci che avrebbe capeggiato, ai primi dell'800, una rivolta delle frazioni avverso Accumoli, scontando poi una pena carceraria all'Aquila.

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TERRACINO

STEMMA: scudo con una cima ricoperta di neve

A 1165 mt s.l.m. è la frazione del comune di Accumoli con la maggiore altitudine. Si trova sulla provinciale 18 Torrita-Accumoli, tra Colleposta e San Giovanni. Il suo nome, Terracinum, deriva probabilmente dal fatto che è posta su un terreno terroso circondato da terreno calcareo. Posta ai piedi del Monte Pecorino, tra Monte Pozzoni e Monte Utero, su un'altura in posizione panoramica con esposizione verso i Monti della Laga. La chiesa, dedicata a San Giorgio Martire, patrono del paese con festa ricorrente il 23 aprile, è sede parrocchiale. Risale al XVI° secolo, costruita forse sul basamento di una chiesa precedente come sembrerebbe intuirsi dalla sagrestìa posta in posizione ribassata. All'interno vi sono affreschi del ‘600, mentre la torre campanaria, con tre campane la più antica delle quali è del 1776, è del 1936. La festa principale si celebra l'ultima domenica di agosto, in onore della Madonna del Rosario. Vi sostarono San Benedetto Giuseppe Labre e San Giuseppe da Leonessa. Paese di origine delle famiglie Baiocchi, Baldassarri, Ferraresi, Gentile, Girolami, Micarelli e Michelini. Vi hanno sede varie attività agricole, boschive, zootecniche. Il paese è ricco di acque fornite, attraverso l'acquedotto circondariale, a numerosi paesi.

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TINO

STEMMA: scudo con tre cime e sopra la scritta del paese sormontata da una stella

A 868 mt s.l.m. in posizione particolarmente assolata, deve probabilmente il suo nome alla presenza, un tempo, di numerosi vigneti. La chiesa risale al 1400 con all'interno pitture del 1500. I patroni sono l'Anunziata e Sant'Antonio, festeggiati il 17 agosto. Patria delle famiglie Coltellese, Di Giacomo, Formichella, Lattanzi, Luci.

VILLANOVA

STEMMA: scudo con un palo all'interno

A 984 mt s.l.m., su un pendìo del Monte Utero, lungo la provinciale Torrita-Accumoli, tra San Giovanni ed Accumoli. Sorse, come San Giovanni, dopo la distruzione di Fiorenzuola, dividendosi gli abitanti originali di Fiorenzuola tra Villanova e San Giovanni. Le due campane della chiesa di Fiorenzuola, furono assegnate una a Villanova, l'altra a San Giovanni. Inizialmente sprovvista di chiesa, gli abitanti frequentavano la chiesa di San Pietro, sull'omonimo colle, di cui ancora si notano i ruderi. La vecchia chiesa del 1560 fu invece fatta costruire dai monaci Farfensi e chiamata “Santa Maria libera nos a poenis infermi”, mentre l'attuale fu edificata nel 1967. Parrocchia di Santa Maria Assunta, conglobata con quella dei SS Pietro e Lorenzo di Accumoli, la festa patronale ricorre il 15 agosto. Patria dei Vannisanti e dei Del Re.

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